venerdì 31 luglio 2009

Felice di servire

Finalmente su TRSP (Teleradio S. Pietro) il convegno di Cupello, sembrava strano che avessero faticato per niente, ed infatti, passata la tempesta, oggi è andato in onda un lungo servizio all'ora di pranzo.
Proprio un bel montaggio: per una volta tanto le riprese possono andare sulla sala che non è vuota come al solito, e sono tutti in religioso silenzio ad ascoltare gli importanti relatori. La sala piena e i primi piani dei personaggi più noti tra il pubblico, compresa la dott.ssa D'Orsogna, fanno importante e silenzioso sfondo alle parole degli oratori espresse però con calma e a parte, alla signorina in abito rosso adibita a reggere il microfono.
Da parte di tutti le solite vuote parole, compreso il rilancio turistico dell'Abruzzo accompagnato da foto bucoliche.

C'è chi nasconde i fatti perché è nato servo
e
c'è chi pagherebbe per vendersi




Per il testo ed altro vedi qui

Meraviglie dell'informatica

Parole tra computer:
"trovo quasi commovente la fiducia degli uomini nella tecnologia".


Ecco la cronaca di una calda mattinata d'estate:

Collegato con la solita connessione ADSL tiscali, invio alcuni messaggi tramite il solito programma di posta e il solito account che usa come server di posta in uscita smtp.tiscali.net: qualcuno parte, qualcuno no!
Quando non partono il client di posta dice che:

Errore sconosciuto. Oggetto 'Urgente da lorenzo', Account: 'xxx@yyy.it', Server: 'smtp.tiscalinet.it', Protocollo: SMTP, Risposta del server: '554 Message refused', Porta: 25, Protezione (SSL): No, Errore del server: 554, Numero di errore: 0x800CCC6F

Svariate maledizioni, ricerche e prove per capire che se nel corpo del messaggio c'è il link - che normalmente metto nella firma - a questo blog (e solo a questo) :

http://allegriadinaufragi.blogspot.com/

il messaggio non parte.

Mi costruisco allora un account col server SMNTP di gmail impostato per indicare come mittente l'email collegata al mio dominio ospitato su tiscali. Non spiego come si fa perchè così la posta parte, ma se me la invio viene comunque rifiutata dal server tiscali. Non potrei quindi mandare messaggi ad utenti tiscali.

Concludendo http://allegriadinaufragi.blogspot.com/ sta in una blacklist (probabilmente antispam) sui server Tiscali sia in ingresso che in uscita.

Se scrivo invece solo allegriadinaufragi.blogspot.com la email passa.

Segue la solita lunga telefonata al call center tiscali: "potrebbe esserci uno sbaglio un attimo che lo segnalo".

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Ieri invece per comprare online due biglietti per lo stadio pagando con carta di credito, ho dovuto registrarmi, riempire i vari form, inviare una email ed un fax con allegata la fotocopia del documento di identità. Stampare poi una copia di tutto che, assieme alla prenotazione, permetterà ai fortunati spettatori di ritirare i veri biglietti alle casse dello stadio due ore prima dell'inizio del torneo.

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Speriamo bene per il resto della giornata:




----> Oggi 11-agosto rivedo questo post e rifaccio le prove per constatare con sorpresa che tutto ha ripreso a funzionare!

giovedì 30 luglio 2009

Non date da mangiare al troll!


Troll - nel gergo di Internet, e in particolare delle comunità virtuali come newsgroup, forum, mailing list, chatroom o nei commenti dei blog - è detto un individuo che interagisce con la comunità tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente stupidi, allo scopo di disturbare gli scambi normali e appropriati. Spesso l'obiettivo specifico di un troll è causare una catena di insulti (flame war); una tecnica comune consiste nel prendere posizione in modo plateale, superficiale e arrogante su una questione già lungamente (e molto più approfonditamente) dibattuta, specie laddove la questione sia già tale da suscitare facilmente tensioni sociali. In altri casi, il troll interviene in modo semplicemente stupido (per esempio volutamente ingenuo), con lo scopo di mettere in ridicolo quegli utenti che, non capendo la natura del messaggio del troll, si sforzano di rispondere a tono. Dal sostantivo troll si derivano, sia in inglese che in italiano, forme come il termine trollismo (inteso come il verificarsi di tale fenomeno nelle web-community), il verbo trollare ("comportarsi come un troll") o essere trollato ("cadere nella trappola di un troll" rispondendo a tono alle sue provocazioni).

Un troll particolarmente tenace e fastidioso può effettivamente scoraggiare gli altri utenti e causare la fine di una comunità virtuale. Se un troll viene invece ignorato (in genere la contromisura più efficace), solitamente inizia a produrre messaggi sempre più irritanti ed offensivi cercando di provocare una reazione, per poi abbandonare il gruppo.

Fonte e approfondimenti su wikipedia

mercoledì 29 luglio 2009

50 anni fa, solo 50 anni fa


In quel Maggio della fine degli Anni Cinquanta, l'Italia è ancora intatta, e soltanto gli spiriti critici notano, con un giudizio negativo dal quale sentivano gratificato il proprio narcisismo, i primi indizi della nuova epoca che sta per deturpare per l'eternità le vecchie città e le vecchie campagne.
....
È il tardo meriggio, una luce matura, dolce, di catastrofe, illumina di taglio le cose. La vecchia stazione Termini scomparve, al rullare monotono e affascinante delle ruote del treno sulle giunture dei binari (divino rumore della sessualità infantile); e, annunciata da una periferia vecchia maniera che va diradandosi, appare la vecchia campagna, splendente come in un Caravaggio 'en plein air': le distese di grano tra verde e giallo si insinuavano irregolari, come praterie selvagge, tra i gonfi, rotondi cespuglioni di gaggie; i tigli sono in fiore; l'erba straripa dappertutto, lavata dalla pioggia, resa profumata dal sole che la inaridisce. Colli irregolari coperti da boschi di querce, e lunghe sinuose vallette solitarie, popolate dallo scorrere di un'acqua, forse il Tevere, gonfio fino all'orlo, fino a sfiorare i grossi alberi tondi e smaglianti lungo le purissime rive.
(Pier Paolo Pasolini)

lunedì 27 luglio 2009

La scuola ha smesso di insegnare

di Luca Ricolfi (fonte)

Sulla scuola e l’università ognuno ha le sue idee, più o meno progressiste, più o meno laiche, più o meno nostalgiche. C’è un limite, però, oltre il quale le ideologie e le convinzioni di ciascuno di noi dovrebbero fermarsi in rispettoso silenzio: quel limite è costituito dalla nuda realtà dei fatti, dalla constatazione del punto cui le cose sono arrivate. Quale che sia l’utopia che ciascuno di noi può avere in testa, la realtà com’è dovrebbe costituire un punto di partenza condiviso, da accettare o combattere certo, ma che dovremmo sforzarci di vedere per quello che è, anziché ostinarci a travestire con i nostri sogni.

Queste cose pensavo in questi giorni, assistendo all’ennesimo dibattito pubblico su scuola e università, bocciature e cultura del ’68, un dibattito dove - nonostante alcune voci fuori dal coro - la nuda realtà stenta a farsi vedere per quella che è. La nuda realtà io la vedo scorrere da decenni nel mio lavoro di docente universitario, la ascolto nei racconti di colleghi e insegnanti, la constato nei giovani che laureiamo, la ritrovo nelle ricerche nazionali e internazionali sui livelli di apprendimento, negli studi sul mercato del lavoro. Eppure quella realtà non si può dire, è politicamente scorretta, appena la pronunci suscita un vespaio di proteste indignate, un coro di dotte precisazioni, una rivolta di sensibilità offese.

Io vorrei dirla lo stesso, però. La realtà è che la maggior parte dei giovani che escono dalla scuola e dall’università è sostanzialmente priva delle più elementari conoscenze e capacità che un tempo scuola e università fornivano.

Non hanno perso solo la capacità di esprimersi correttamente per iscritto. Hanno perso l’arte della parola, ovvero la capacità di fare un discorso articolato, comprensibile, che accresca le conoscenze di chi ascolta. Hanno perso la capacità di concentrarsi, di soffrire su un problema difficile. Fanno continuamente errori logici e semantici, perché credono che i concetti siano vaghi e intercambiabili, che un segmento sia un «bastoncino» (per usare un efficace esempio del matematico Lucio Russo). Banalizzano tutto quello che non riescono a capire.

Sovente incapaci di autovalutazione, esprimono sincero stupore se un docente li mette di fronte alla loro ignoranza. Sono allenati a superare test ed eseguire istruzioni, ma non a padroneggiare una materia, una disciplina, un campo del sapere. Dimenticano in pochissimi anni tutto quello che hanno imparato in ambito matematico-scientifico (e infatti l’università è costretta a fare corsi di «azzeramento» per rispiegare concetti matematici che si apprendono a 12 anni). A un anno da un esame, non ricordano praticamente nulla di quel che sapevano al momento di sostenerlo. Sono convinti che tutto si possa trovare su internet e quasi nulla debba essere conosciuto a memoria (una delle idee più catastrofiche di questi anni, anche perché è la nostra memoria, la nostra organizzazione mentale, il primo serbatoio della creatività).

Certo, in mezzo a questa Caporetto cognitiva ci sono anche delle capacità nuove: un ragazzo di oggi, forse proprio perché non è capace di concentrazione, riesce a fare (quasi) contemporaneamente cinque o sei cose. Capisce al volo come far funzionare un nuovo oggetto tecnologico (ma non ha la minima idea di come sia fatto «dentro»). Si muove come un dio nel mare magnum della rete (ma spesso non riconosce le bufale, né le informazioni-spazzatura). Usa il bancomat, manda messaggini, sa fare un biglietto elettronico, una prenotazione via internet. Scarica musica e masterizza cd. Gira il mondo, ha estrema facilità nelle relazioni e nella vita di gruppo. È rapido, collega e associa al volo. Impara in fretta, copia e incolla a velocità vertiginosa.

Però il punto non è se siano più le capacità perse o quelle acquisite, il punto è se quel che si è perso sia tutto sommato poco importante come tanti pedagogisti ritengono, o sia invece un gravissimo handicap, che pesa come una zavorra e una condanna sulle giovani generazioni. Io penso che sia un tragico handicap, di cui però non sono certo responsabili i giovani. I giovani possono essere rimproverati soltanto di essersi così facilmente lasciati ingannare (e adulare!) da una generazione di adulti che ha finto di aiutarli, di comprenderli, di amarli, ma in realtà ha preparato per loro una condizione di dipendenza e, spesso, di infelicità e disorientamento.

La generazione che ha oggi fra 50 e 70 anni ha la responsabilità di aver allevato una generazione di ragazzi cui, nei limiti delle possibilità economiche di ogni famiglia, nulla è stato negato, pochissimo è stato richiesto, nessuna vera frustrazione è mai stata inflitta. Una generazione cui, a forza di generosi aiuti e sostegni di ogni genere e specie, è stato fatto credere di possedere un’istruzione, là dove in troppi casi esisteva solo un’allegra infarinatura. Ora la realtà presenta il conto. Chi ha avuto una buona istruzione spesso (non sempre) ce la fa, chi non l’ha avuta ce la fa solo se figlio di genitori ricchi, potenti o ben introdotti. Per tutti gli altri si aprono solo due strade: accettare i lavori, per lo più manuali, che oggi attirano solo gli immigrati, o iniziare un lungo percorso di lavoretti non manuali ma precari, sotto l’ombrello protettivo di quegli stessi genitori che per decenni hanno festeggiato la fine della scuola di élite.

Un vero paradosso della storia. Partita con l’idea di includere le masse fino allora escluse dall’istruzione, la generazione del ’68 ha dato scacco matto proprio a coloro che diceva di voler aiutare. Già, perché la scuola facile si è ritorta innanzitutto contro coloro cui doveva servire: un sottile razzismo di classe deve avere fatto pensare a tanti intellettuali e politici che le «masse popolari» non fossero all’altezza di una formazione vera, senza rendersi conto che la scuola senza qualità che i loro pregiudizi hanno contribuito ad edificare avrebbe punito innanzitutto i più deboli, coloro per i quali una scuola che fa sul serio è una delle poche chance di promozione sociale.

Forse, a questo punto, più che dividerci sull’opportunità o meno di bocciare alla maturità, quel che dovremmo chiederci è se non sia il caso di ricominciare - dalla prima elementare! - a insegnare qualcosa che a poco a poco, diciamo in una ventina d’anni, risollevi i nostri figli dal baratro cognitivo in cui li abbiamo precipitati.

sabato 25 luglio 2009

Quando il pompiere aizza l'incendio



Qui trovate i video dell'incontro di Cupello: dorsogna.blogspot.com a cura di Comitato Abruzzese del Paesaggio.

Qui ci sono altri video di entrigheni.

Altre versioni della stessa serata:

dal blog di Maria Rita D'Orsogna - parte 1 e parte 2
dal blog di Hermes Pittelli
dal blog di Apocalisseitalia
dal sito del Comitato Abruzzese del Paesaggio
dal blog Pensiero Rosso
dal blog di Emergenza Ambiente Abruzzo
dal blog di Mare Libero
dal blog di Proposte per Chieti
dal sito Piazza Rossetti
dal sito Periodico Il Grillo
dal sito Abruzzo24ore.tv
dal sito casoli.iobloggo.com
commenti su vastesi.com

Cercando cercando, nulla si trova da parte degli organizzatori e degli invitati al convegno. Forse, vista la notevole quantità di telecamere, ci hanno pensato due volte prima di parlare. I video completi sono stati infatti messi in rete a disposizione di chiunque voglia capire cosa sia successo a Cupello e cosa stia succedendo in Abruzzo.

Unico che ha perso l'occasione di tacere (e ci sarebbe da ridere se la cosa non fosse tragica) è il capogruppo PD alla provincia Camillo D'Amico che in un comunicato stampa, peraltro assai contorto, dice: "I Cupellesi tutti chiedono scusa agli autorevoli ospiti e relatori intervenuti all’iniziativa e diffidano di chi, per ragioni meramente private che nulla hanno a che fare con gli interessi generali, vuole appropriarsi di una rappresentanza e di una tutela che non gli appartiene".

Vorrei concludere questa bella esperienza con alcune mie osservazioni:

  • Il punto debole di questa gente è l'ignoranza (che al tempo stesso è il suo punto forte se riferita al suo elettorato)

  • Non abbiamo scelta se non colpirli su quella, facendo domande ovunque, mostrando a tutti gli effetti di quel che stanno combinando, sfruttando gli errori dei loro provvedimenti e così via.

  • Dobbiamo anche abbandonare la speranza di trovare un partito politico che ci possa ascoltare e aiutare, dobbiamo quindi costruire la nostra rete: una rete più ampia possibile che potrebbe diventare un movimento politico o che semplicemente ci permetterà di aiutarci a vicenda se tutto crollerà (vedi questo mio post per capire meglio).

giovedì 23 luglio 2009

Abruzzo: quale futuro?

Abruzzo: quale futuro?
Convegno sull’economia, occupazione e sviluppo della Regione Abruzzo
Cupello, 22/07 ore 19

Intervengono:

- Matteo PARADISO Ing. Ambientale;
- Calogero MARROLLO, Pres. Conf. Abruzzo;
- Enrico DI GIUSEPPANTONIO, Pres. Prov. Di Chieti;
- Gianni CHIODI, Pres. Reg. Abruzzo;
- Silvio BELLANO, Pres. C.V.D.C

Conclude l’on. Remo GASPARI


L'unico puntuale è Remo Gaspari, la sala si riempie pian piano, tra gli organizzatori c'è un certo sconcerto, arrivano troppi volti mai visti, qualcuno riconosce qualcuno e il sospetto cresce.

Arriva il Presidente della Provincia, gli oratori si siedono sul palco.

Le telefonate verso Chiodi si ripetono e lui assicura la sua presenza, troppa gratitudine lo lega a Gaspari per non venire.

Arriva la dott.ssa D'Orsogna, anche chi non se ne era accorto ora capisce, non potrà essere la festa tra il vecchio potente democristiano e i suoi successori, quelli che con umiltà ne hanno seguito i consigli.

C'è ancora tempo, basterebbe una telefonata e il Presidente della Regione eviterebbe l'imbarazzo, ma nessuno la fa.

Il convegno parte con quasi un'ora di ritardo e con un giovane ingegnere che parla del fotovoltaico: un taglia e incolla riferito scolasticamente alla platea, ma corretto.

Arriva Chiodi e si rende conto che qualcosa non va già dal primo piccolo applauso. Di Giuseppantonio scivola gradualmente in secondo piano.


Parla Chiodi, cifre e leggi difficili da comprendere, la sensazione è che sia molto contento di quanto ha avuto e colpisce la sua ammirazione per il "genio" Tremonti.

Al termine la dott.ssa D'Orsogna chiede la parola e le viene dato il microfono, chi lo fa - probabilmente lo stesso che non ha telefonato - si sta ancora mangiando le mani: una domanda semplice sulla petrolizzazione dell'Abruzzo seguita da un forte applauso scatena il nervosismo.

Abituati come sono a riunioni in cui uno parla, senza peraltro dire niente, mentre gli altri si scambiano felici delle pacche sulle spalle, all'idea di doversi confrontare con altri vanno immediatamente in crisi.

Chiodi risponde comunque con la solita risposta limitata al centro oli di Ortona. Alla richiesta di una precisazione gli organizzatori non resistono e reagiscono: cominciano ad offendere, alzano la voce, rifiutano di continuare, ovviamente c'è chi risponde con lo stesso tono. Anche se non succede nulla oltre al tentativo di farsi sentire senza avere il microfono, più di uno chiama i carabinieri e i vigili urbani, si lamentano dal microfono della maleducazione della platea. Inutile ricordare agli uomini con le giacche nere che anche gli Abruzzesi hanno il diritto di parlare, inutile ricordare che questa sarebbe la democrazia, sembra davvero di essere andati a disturbare in casa d'altri.

A questo punto mandano avanti lo scudo umano: non oserete certo disturbare un vecchio di 88 anni, abbiate rispetto almeno per l'età.
Lo scudo non se lo fa dire due volte e parte all'attacco con un intervento da cineteca che spero qualcuno diffonda: il ricordo dei bei tempi andati e la benedizione a Chiodi e Di Giuseppantonio il tutto condito con cicliche offese ai disturbatori, alle persone da quattro soldi, ai terroristi, ai comunisti, a gente che nemmeno Veltroni vuole, ai colpevoli del disastro attuale, ai fannulloni, alla gentarell' e chi più ne ha ne metta. Dietro di lui gongolano; un solo intervento lo interrompe, dice: "Quel che lei dice è vero ma ...." e viene travolto.

Ovviamente al termine dell'intervento si è fatto tardi e tutti devono scappare, rimane il tempo per qualcuno per rilanciare qualche offesa salvo poi allontanarsi di fronte agli sguardi pietosi degli stessi offesi.

Rimane il senso amaro della ignoranza e dell'arroganza ora al potere, di chi rende apertamente onore a chi 20 anni fa ha avuto il solo "merito" di dirottare in questa regione una parte di quel debito pubblico che i nostri figli dovranno pagare (se prima lo Stato non fallirà) e non senza trasferirne una parte nelle casse degli amici.

Si prova quasi pietà di fronte a persone che non sono in grado di rispondere a semplici domande, che non sanno prendersi la responsabilità di quello che fanno, anzi che spesso neppure sanno quello che fanno e che reagiscono con un riflesso condizionato offendendo e lamentandosi come bambini.

Voglio concludere con quanto ho detto ad un ragazzo, laureato e disoccupato, che non sapeva neppure chi fossimo e cosa volessimo:

"io non sono nato qui, ho una laurea, una professione e un lavoro, so arrangiarmi nella vita ed ho anche denaro sufficiente per cui me ne potrò andare da qui quando vorrò.
Il problema vero è il tuo, tu che vorresti restare nella tua terra ma che credi nell'elemosina dei potenti.
A risentirci tra qualche anno".

mercoledì 22 luglio 2009

martedì 21 luglio 2009

Micio bello e bamboccione

Ottobre, Tarantini e Patrizia si mettono d'accordo sulla serata a casa di SB, il piacere della conquista:

GT: alle nove e un quarto vi passa a prendere l'autista e andiamo lì ...
GT: Mille ora già te li ho già dati ... poi se rimani con lui ... ti fa il regalo solo lui ... ah ... vedi che lui non usa il preservativo ... eh
PD: Ma non esiste una cosa senza preservativo ... come faccio a fidarmi?
GT: Ma ... è Berlusconi ...
PD: Ma tu chi sei? Guarda che ... sai quanta gente è rimasta ...
GT: Sai quanti esami fa lui?


4 novembre, elezione di Obama alla Casa Bianca ed erezione di SB a Palazzo Grazioli:

SB: ...io mi faccio una doccia anch'io... e poi, poi mi aspetti nel lettone se finisci prima tu?
PD: quale lettone.. quello di Putin?
SB: quello di Putin
PD: ah che carino.. quello con le tende

5 novembre, il mattino dopo, bugie o uso improprio della cipria?

PD: Che dolore, all'inizio mi hai fatto un dolore pazzesco
SB: Ma dai! Non è vero!
PD: Ti giuro, un dolore pazzesco all'inizio


5 novembre, Patrizia commenta la nottata con Tarantini, forse non ha avuto la busta perchè non c'era chi la leccasse:

GT: come è andata?
PD: Bene, niente busta però
GT: Veramente?
PD: Giuro. Come mai? Tu mi avevi detto che c'era una busta. Mi ha fatto un regalino, non so, una tartarughina
PD: E poi ha detto che vuole rivedermi con un'amica perché.. in due
PD: Siccome Barbara ha detto, appena sono arrivata ha detto 'Hai avuto la busta, 5000 euro' ho detto no, io non ho preso proprio niente
PD: Barbara è anche una mia amica ho detto, lui ha detto che ha una sua amica e vuole farmi leccare da una sua amica

5 novembre, subito dopo Berlusconi chiama Patrizia prima di partire per Mosca, micio bello e bamboccione:

PD: Pronto?
SB: Come stai questa mattina?
PD: Bene
SB: Tutto bene?
PD: Si..tu?
SB: Io si, ho lavorato tanto, questa mattina sono andato a inaugurare questa mostra, ho fatto un bellissimo discorso, con applauso e non sembravo stanco
PD: Eh infatti come me, io non ho sonno non ho dormito, è andata via solo la mia voce
SB: Beh come mai? Non abbiamo gridato
PD: Eh eppure non ho urlato, chissà perché è andata via la voce, sai perché? Perché ho fatto la doccia, 10 volte con l'acqua ghiacciata perché avevo caldo
SB: Io sto partendo adesso per Mosca
PD: Va bene
SB: Ti chiamo domani quando torno eh?!
PD: Ok, un bacione forte anche a te
SB: ciao
PD: ciao
SB: ciao tesoro
PD: ciao un bacio

Queste sono solo alcune delle frasi tratte dai nastri. Per le trascrizioni complete e l'audio che non sentirete mai nei TG ecco il link2 e link2.

Metano e petrolio

Ricevo da Matteo:
Caro ingegnere,
mi dispiace ma sul tuo blog ci sono delle grosse inesattezze:

il pozzo che hai fotografato fa parte di un gruppo appartenente sì al campo denominato SANTO STEFANO MARE ma è di proprietà Edison (prima era della ELF), dal quale si estrae gas naturale (metano) da quasi 30 anni! (hai letto bene) lo stesso gas che arriva a casa tua (e nostra).
Ora la produzione non è consistente come una volta, ma comunque c'è. E non mi sembra sia mai successo nulla di rilievo per l'ambiente.
In merito ai turisti che scappano, dimmi dove li hai visti? sarebbero dovuti scappare già trent'anni fa... pensa che lì dove ci sono i pozzi ci vanno a "fare" anche le cozze.
Non facciamo inutili allarmismi.
Per quanto riguarda la Medoilgas e il campo Ombrina Mare, la faccenda è ben diversa; lì si tratta di un olio denso con probabile presenza di H2S e che quindi andrebbe desolforato in loco. Giustamente qualche perplessità ce l'abbiamo tutti.

Saluti, Matteo
Caro Matteo, come ti ho detto anche l'ultima volta che ti ho visto, in questo campo io sto imparando e tutte le informazioni sono ben accette perchè non mi piace sbagliare.

Ad esempio ho imparato da te che i depositi dietro a Vasto già esistono e sono i vecchi pozzi esauriti, e ho poi capito che il fiorire di turbogas in questa zona è legato proprio alla loro presenza.

Sempre da te ho saputo dell'esistenza della centrale di Santo Stefano che ho finalmente individuato, deve essere davvero innocua se solo una rete la separa da un gruppo di bungalow in legno! Conto però di andare a metterci il "naso" uno di questi giorni per vederla un pò più da vicino.

Nemmeno io credo che potremo fare a meno del gas in tempi brevi. Sto comunque cercando di capire le strategie economiche internazionali che stanno dietro il suo approvvigionamento (gasdotti internazionali, rigassificatori, ecc.). Sono però sicuro che, come per il petrolio, continuare a perforare serva solo ad aumentare i profitti di chi ci vende idrocarburi e a riscaldare il pianeta mentre invece dovremmo iniziare a domandarci il prima possibile come si possa uscire da questo vicolo cieco.

Tra l'altro il prezzo del petrolio e del gas non diminuisce per il fatto che lo si produca di fronte a casa perchè rimane quello determinato dal mercato e dalla speculazione internazionale. In poche parole il gas e il petrolio estratti in Abruzzo ci costeranno come il gas russo o il petrolio nigeriano. Certo i costi per chi lo estrae saranno minori, ma a variare sarà solo il loro guadagno.

Per quanto riguarda il pozzo fotografato non avevo scelta essendo il più vicino alla costa.

Sinceramente, però, non mi ricordo di averlo visto quando sono arrivato a Casalbordino, forse non era così appariscente; mi ricordo invece un'estate in cui ho cominciato a notare del movimento accompagnato da segnali sonori, ma allora speravo che se ne andassero così come erano venute, invece adesso sono diventate 5 schierate davanti alla spiaggia (più altre visibili con cielo limpido a nord e a sud) e questa non è una grande pubblicità per il turismo. Io per primo ora non investirei in una casa al mare a Casalbordino. Sicuramente il turismo della domenica sopravviverà, ma come immaginare dei nuovi investimenti in questa situazione (e non voglio parlare dell'inceneritore che anche oggi fumava da sopra la collina).

Turisti insoddisfatti per questo motivo io li ho comunque incontrati, per quanto valore statistico possa avere questo dato.

Per i pozzi di petrolio l'inquinamento legato ai fluidi di perforazione ed agli scarti delle estrazioni è un dato certo che continua per tutta la vita del pozzo, inquinamento che rende pericolosa sia la pesca che la raccolta delle cozze che non sono però possibili perchè non ti ci fanno avvicinare. Per quanto riguarda i pozzi di gas non so ancora cosa accade, dopo l'inquinamento legato alla perforazione, durante la coltivazione. So che ci potrebbe essere bisogno di desolforizzazione come è stato per tanti anni a Cupello, ma ovviamente il problema sembra molto minore della desolforizzazione del petrolio.

Interessante a riguardo il fatto che l'ENI estrae il gas e poi se lo vende immettendolo nella rete senza ovviamente fare troppi controlli (peraltro previsti per legge) sulla qualità di quel che si autocompra e che poi viene bruciato nelle nostre cucine (altro motivo per separare la rete di trasporto gas dall'ENI).

L'estrazione di gas potrebbe poi dare luogo a fenomeni di subsidenza delle coste, e anche questo mi scoraggerebbe se volessi investire.

Il problema vero non è però l'aspetto estetico o la subsidenza, ma è che dove c'è gas c'è petrolio, ed il petrolio è il vero pericolo per l'Abruzzo. Per questo motivo la mia opposizione a questi pozzi di gas si inquadra nell'opposizione ai pozzi di petrolio che li accompagnano. Quando le compagnie petrolifere cominceranno a fare distinzioni, allora le farò anch'io.

In attesa di altre informazioni, ciao da lorenzo

domenica 19 luglio 2009

La salute in fumo

Bruciano nuovamente dei rifiuti a Chieti scalo (Seab): le "autorità competenti" stanno cercando le diossine nell'aria e nelle polveri ricadute.
Come per altri incendi sembra che se non si troveranno molte diossine sarà andato tutto bene.
Però dovrebbe essere chiaro che quando tonnellate di materiali vanno in fumo significa che si generano tonnellate di fumo. E nel fumo c'è quello che la combustione ha creato: oltre ai prodotti tossici conosciuti ci sono anche leghe e composti generati in maniera casuale e pertanto ignoti alla metallurgia e alla chimica. Leghe e composti in buona parte non biodegradabili, vale a dire estranei al ciclo naturale, cioè materiali per i quali la Natura non ha previsto alcun meccanismo per ritrasformarli in qualcosa di funzionale al ciclo della vita. Una parte di quanto derivato dalle combustioni quindi non è solo semplicemente tossica ma anche ignota e indistruttibile.

Pertanto, cercare solo le diossine senza interessarsi a tutto il resto è solo voler nascondere altri effetti, sicuramente meno evidenti ed immediati di quelli legati ad una nube di diossina, ma altrettanto dannosi. Effetti che si vanno a sommare a molti altri altrettanto trascurati.

Le polveri presenti nei fumi poi sono un veicolo ideale per portare questi materiali sia dentro gli organismi viventi dove in buona parte restano a fare danno che per trasportarli a grandissime distanze dal luogo della loro generazione.

Ad esempio ecco la distribuzione stimata della ricaduta delle polveri dell'incendio Mag.ma (sempre a Chieti scalo): il 10% del materiale bruciato (area verde) si è distribuito su buona parte dell'Abruzzo, parchi compresi. Le polveri più piccole, quelle più dannose, stanno probabilmente ancora per aria.

Cliccare sull'immagine per ingrandirla

Ritornando all'ultimo incendio della Seab: tra pochi giorni diranno che tutto è tornato alla normalità, che le diossine, se c'erano, sono state disperse dal vento. Che si attende che la ditta interessata fornisca la "caratterizzazione del materiale incendiato" per sapere che cosa è bruciato veramente ..... e poi di nuovo il silenzio.

Per ora bisogna però riconoscere che che tutto ciò sembra davvero non interessare nessuno, assieme ai nostri figli continuiamo a tossire e a sviluppare allergie, ci siamo abituati alle puzze più varie. Aspettiamo con fatalità il futuro e le malattie: un pò come il soldato in prima linea che è contento se ad essere colpito è il suo vicino ma non si chiede mai per quale motivo e per favorire chi proprio lui si trovi a combattere quella guerra.

Ma anche qui è solo questione di tempo prima che qualcuno ci dica senza poter più essere messo a tacere quali sono gli effetti dell'inquinamento da polveri e quale sia il limite (se esiste) sopportabile da una popolazione.

In attesa di queste informazioni e di un doloroso risveglio delle persone, prendiamo nota di chi ci affumica e di chi ci dice che non ci sono pericoli. In questo modo, caso mai un giorno ci fosse da chiedere il conto, almeno sapremo da chi andare.

giovedì 16 luglio 2009

Aspettando che l'asino muoia

La lotta contro il petrolio è una lotta assolutamente impari. Abbiamo di fronte gente senza scrupoli. Gente potentissima soprattutto perchè gli italiani le permettono di tutto e che quindi progetta sempre nuovi metodi per sfruttarli.

Eppure non è difficile vedere chiaramente chi tiene le nostre vite al guinzaglio, per dimostrarlo oggi, invece che di salute e di ambiente, parlerò solo di soldi.

CIP6
Il CIP6 è di un contributo pari a circa il 6% (più tasse) che paghiamo con la bolletta elettrica destinato alle energie rinnovabili ma che per il 59% va a finanziare inceneritori di rifiuti, centrali che bruciano gli scarti delle raffinerie, centrali a carbone ecc. (dati 2007 fonte autorità per l'energia febbraio 2009 pag.6). Percentuali e costi destinati a crescere (stessa fonte pag.7):
"Nel complesso gli oneri del provvedimento CIP 6/92 negli anni a venire, intesi come costi netti a carico dei clienti del settore elettrico, considerando solo gli impianti attualmente oggetto dell’incentivazione (destinata ad esaurirsi progressivamente nei prossimi 12 anni) sono stimabili pari a circa 16 miliardi di euro. Tuttavia gli oneri potrebbero essere più elevati per effetto della possibile entrata in esercizio degli impianti alimentati da rifiuti (da realizzarsi nell’ambito, appunto, dell’emergenza rifiuti), ammessi a godere (da leggi anche molto recenti) dell’incentivazione del CIP 6/92." (inceneritori che si andranno ad unire a quelli già finanziati).
"A titolo di riferimento, 100 MW di potenza da rifiuti incentivata con il CIP 6/92 comportano un onere netto aggiuntivo sui consumatori pari a oltre 100 milioni di Euro/anno". (100 MW è la potenza dell'inceneritore di Acerra).
Questo è semplicemente il motivo per cui in Italia non si limita la produzione di rifiuti, non si fa la raccolta differenziata, si crea il caso Campania e si costruiscono gli inceneritori.

Senza contare il passato, ci sono almeno altri 10 miliardi di euro che passeranno dalle tasche dei consumatori alle lobby dell'energia nei prossimi anni per avere in cambio la rovina dell'ambiente e della salute.
Tra l'altro sono costi che pesano di più sui meno abbienti (stessa fonte pag.14).

I cittadini di un paese civile spazzerebbero via questa cosa e chi l'ha voluta (cioè sia questa destra che questa sinistra) in un battibaleno. Noi no, ed allora ecco altri soldi sottratti alle nostre tasche:

L'ENI e la rete di distribuzione Gas
L'autorità per l'energia ha chiesto la separazione delle attività di trasporto gas dall'ENI giustificando così la richiesta (fonte ed articolo di approfondimento):
"il confronto con paesi dove la liberalizzazione è più avanzata mette in evidenza che i prezzi italiani, al netto delle imposte, si sono attestati su livelli più alti, anche con scostamenti di oltre il 20%".
Oltretutto: "L’Autorità ha garantito, fin dal 2005, extra remunerazioni (per periodi fino a 15-16 anni) a tutti gli investimenti mirati ad un incremento dell’offerta di gas e alla diversificazione delle sue fonti di approvvigionamento. Per i nuovi investimenti in trasporto, stoccaggio e rigassificazione, è infatti assicurata una remunerazione media di oltre il 10%" ma nonostante questi incentivi ci sono "ritardi accumulati nello sviluppo infrastrutturale e generose politiche di distribuzione dividendi (ordinari o straordinari) talvolta finanziate anche con un aumento dell’indebitamento"
"I ritardi e le insufficienze sono razionalmente spiegabili solo sulla base di comprensibili interessi dell’operatore dominante a limitare l’accesso di nuovi operatori sul mercato interno: un interesse che può prevalere, economicamente, su ogni ragionevole ritorno tariffario per strutture e servizi naturalmente monopolistici ed il cui potenziamento faciliti anche i concorrenti".
"Più in generale giova ricordare che i pur legittimi interessi degli azionisti non sono esattamente quelli dei consumatori"
Di fronte a questa precisa denuncia Scajola ha risposto che:
"l'Autorità per l'energia non deve "esulare" dalle proprie competenze e prerogative perché, altrimenti, il rischio è quello di creare difficoltà alle grandi imprese nazionali" ed ha poi detto in poche parole che le cose stanno bene così e che l'ENI non si deve toccare.
6% sull'elettricità e 20% sul gas ma non è finita, ecco il futuro che avanza e sarà ovviamente peggiore, ritorna il nucleare, chi lo pagherà?

Il nucleare
La legge che reintroduce le centrali atomiche in Italia è stata appena varata e l'Enel si prepara ad entrare in fase operativa per la loro costruzione, a cominciare dagli ingenti finanziamenti (una cifra vicina ai 20 miliardi di euro) necessari per la realizzazione dei quattro impianti previsti. Non chiederemo allo Stato né incentivi, né sussidi, ha dichiarato l'amministratore delegato Fulvio Conti - che sedeva accanto al ministro dell'Industria, Claudio Scajola, all'inaugurazione di una centrale in Slovacchia - ma ci affideremo al mercato. Per poter, però, rassicurare agli investitori che anticiperanno i capitali necessari occorre "una soglia minima garantita" nelle tariffe di vendita.
Nell' ottica di Conti, si tratta di un' assicurazione contro una eventualità remota, perché l'Enel è convinta che l' elettricità nucleare sia più economica delle concorrenti. Ma questo richiede una buona dose di ottimismo, perché i costi di costruzione delle centrali nucleari sono massicci e crescenti (e le stime sui costi sono assolutamente fantasiose).
Di fatto, se i costi di altre tecnologie, come il solare o l'eolico, dovessero scendere, il consumatore italiano si troverebbe a pagare per i prossimi decenni (i tempi di ammortamento dei finanziamenti per il nucleare) una bolletta più alta per sostenere i costi delle centrali Enel.

(fonte ed articolo di approfondimento)

Ripeto: se, come facilmente prevedibile, le centrali nucleari si riveleranno antieconomiche (oltre a tutti gli altri problemi) le pagheremo comunque noi perchè gli investitori (?) non hanno alcuna intenzione di rischiare i propri soldi. E anche in questo caso i costi peseranno di più sui meno abbienti.

Fino ad oggi io dicevo che le centrali nucleari non sarebbero mai veramente partite, che si sarebbe speso un fiume di denaro in progetti per poi bloccare tutto con un tardivo riconoscimento della loro non economicità. Ma questi sono dei geni (e noi degli stronzi), la soluzione è semplicissima: basta far pagare le spese pian piano a tutti noi, ai nostri figli e ai nostri nipoti ed il gioco è fatto.
Sono quindi sicuro che, nascosta in qualche megaprovvedimento, presto troveremo anche questa fregatura.

Fino a quando l'asino sopporterà prima di reagire o cadere sfiancato?



martedì 14 luglio 2009

"Oggi sciopero"


Aderisco all'appello di Diritto alla Rete contro il DDl alfano che imbavaglia la Internet italiana.

lunedì 13 luglio 2009

Il turismo in fumo

Ecco una piccola galleria fotografica, di qualità limitata dai mezzi a mia disposizione, ma più che sufficiente a far scappare parecchi turisti e forse anche qualche residente.


Si tratta del pozzo Santo Stefano Mare 3 della Edison appartenente al campo Santo Stefano che si estende di fronte alle spiagge di Casalbordino, Torino di Sangro e Fossacesia. In questo post si trovano maggiori informazioni e le carte geografiche. Nel prossimo futuro farò il punto sull'imminente inizio delle estrazioni.


Cliccare sulle immagini per ingrandirle

Esame di Maturità

Un commento alla soluzione del tema di maturità professionale dice:
"impossibile è una cosa, difficile un'altra :-)
io opto per la seconda"

Io continuo a pensare che fosse difficile per l'Itis indirizzo elettronico ma impossibile per un professionale.
Forse in altre zone d'Italia gli studenti sono diversi da quelli delle zone che conosco (Chieti ma anche Pescara), ma con questi ragazzi non ci sono possibilità.

Per capirci, nonostante la disponibilità di manuali, ecco i vari nomi dati in 29 compiti al trigger di Schmitt (tralascio le varie interpretazioni della parola trigger):

SMIT
SMITH
SMITT
SHMIT
SCMITT
SHMITT
SCHIMT
SCMITTH
SHIMITT
SCHIMTT
SCHIMITT

La mia commissione ha lasciato passare di tutto: compreso Mussolini che faceva propaganda alla televisione, i computer che in una rete token ring si scambiano un pezzo di ferro (il token appunto) e "Inglisc" come titolo della parte in lingua sulla tesina. Ma ha tracciato una linea del Piave sulla conoscenza della legge di Ohm e sulla capacità di fare (con aiuti) l'operazione <2-3> che unite alla totale ignoranza su tutto il resto, compresi gli argomenti a piacere, ha aggiunto tre bocciati alla già pesante selezione preventiva.


Come dico sempre: la società, la Scuola, il nostro paese hanno fallito. Prima ne prenderemo atto meglio sarà per tutti, compresi questi poveri ragazzi che ne sono vittime inconsapevoli.

sabato 11 luglio 2009

Colpo di genio

Che cos'è il genio?
E' fantasia, intuizione, decisione e rapidità di esecuzione,
eccone un esempio stupendo:


venerdì 10 luglio 2009

La pignatta dell'energia


Clicca sull'immagine per ingrandirla

Nel decreto sviluppo (quello del ritorno al nucleare) c'è anche la parte richiesta dai petrolieri per guadagni ancora più facili.
Anche dove gli enti locali sono considerati nei processi decisionali (e questo non accade neanche sempre come ad esempio per i pozzi esplorativi in mare o per l'ampliamento dell'esistente) la loro partecipazione diventa solo formale: l'articolo 14 comma 3bis della legge 7 agosto 1990, n. 241 a cui fa sempre riferimento il decreto dice infatti:
"Nel caso in cui una amministrazione abbia espresso, anche nel corso della conferenza, il proprio motivato dissenso, l'amministrazione procedente può assumere la determinazione di conclusione positiva del procedimento dandone comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri, ove l'amministrazione procedente o quella dissenziente sia una amministrazione statale .... Il Presidente del Consiglio dei ministri, previa delibera del Consiglio medesimo ... entro trenta giorni dalla ricezione della comunicazione, possono disporre la sospensione della determinazione inviata; trascorso tale termine, in assenza di sospensione, la determinazione è esecutiva."
E' evidente che gli enti locali (anche se lo volessero) non possono più efficacemente opporsi contro quanto voluto a livello centrale.

Discariche, inceneritori, centrali nucleari, centrali a carbone, raffinerie, pozzi di gas e di petrolio, ecc. ecc. Non c'è più un punto dell'Italia che non sia toccato da questa corsa al denaro da parte di pochi ben individuabili personaggi fatta sulla pelle e sulle tasche di tutti gli italiani.

Io credo però che tutto crollerà e non ci vorrà neppure molto.

Faccio allora una proposta a chi mi legge: fate sapere a chi collabora a tutto ciò che quando gli effetti delle loro azioni o dei loro silenzi li travolgeranno noi ci ricorderemo di loro, ce ne ricorderemo ad uno ad uno, quando gli effetti saranno chiari a tutti mostreremo i colpevoli alle loro vittime, diteglielo guardandoli negli occhi se potete. Non deve essere una minaccia ma solo la promessa di un sicuro futuro giudizio (anche solo morale). Può darsi che ora ne ridano, ma un giorno non potranno dire di non essere stati avvertiti.

Vedi anche questo post.

Il bel paese delle catastrofi

Mi chiedevo come mai a Viareggio un vagone cisterna avesse perso il suo carico. Credevo che avrebbe dovuto resistere come hanno fatto gli altri e invece leggo in questo articolo che solo il caso ha salvato la città:



Viareggio, una catastrofe. E poteva essere peggiore

Sembra una contraddizione visto l'alto numero dei morti ... ma ... è la cruda verità.
Vuoi per casualità o per bravura dei macchinisti, l'incidente, in termini di vittime, poteva raggiungere toni ancora più apocalittici.
Il treno, portante 14 vagoni cisterna carichi di Gpl, (35 metri cubi di gas di petrolio liquefatto cadauno) ha effettuato una specie di deragliamento dolce nel quale il primo vagone, legato alla locomotiva dal braccio meccanico rugginoso che si è poi spezzato, è caduto su di un fianco ed ha velocemente cominciato a versare il suo contenuto. Da lì a poco, una scintilla della quale non si sa ancora l'origine, vuoi i binari incandescenti, le lamiere roventi o qualsiasi altra cosa, ha dato via all'inferno.
Uno scenario inimmaginabile.
Il gas, che si è propagato in direzione delle case, una volta incendiatosi ha messo a ferro e fuoco la piccola strada che corre parallela alla ferrovia, via Ponchielli, reso un colabrodo un sovrappasso di cemento armato con l'anima in acciaio, fuso rame, alluminio, auto e tutto ciò che incontrava, distruggendo con l'onda d'urto provocata anche edifici distanti più di un centinaio di metri dal luogo dove si era sviluppato il rogo, come la pubblica assistenza della Croce Verde in via Garibaldi.
....
E, come detto, poteva andare peggio.
Il convoglio, ha iniziato il suo deragliamento all'altezza del supermercato Esselunga dove, nei pressi e praticamente ad un palmo dai binari, è sita la centrale elettrica.
Se, come da prassi, i macchinisti avessero effettuato una frenata brusca e non avessero cercato di portare il treno il più lontano possibile dal centro abitato, come suggerito dal capostazione di Viareggio e dal manovratore, con molta probabilità i vagoni, o perlomeno quello che poi ha dato il via alla strage, sarebbero caduti con forza ed avrebbero dato il via ad una esplosione, aiutati magari anche dalla vicina centrale.

Una eventualità questa, che si sarebbe potuta verificare anche se, rimanendo nel luogo dove si è consumata la tragedia, al posto che dirigersi verso le case il Gpl si fosse mosso in direzione delle altre cisterne che, una volta avvolte dalle fiamme, sarebbero deflagrate.
“Se fosse esploso anche un solo vagone cisterna, questo avrebbe fatto da detonatore per gli altri 13 - spiega il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Firenze, Giuseppe Romano, che ha coordinato i soccorsi lunedì notte – con un esplosione che avrebbe dato vita ad un FireBall (detto anche Bleve), ovvero una gigantesca palla di fuoco che avrebbe usato come proiettile tutto ciò che incontrava”.
La conseguenza della deflagrazione?
Sarebbero stati distrutti numerosi quartieri se non la città intera” commenta ancora Romano.
Detto questo, tralasciando che la città conta circa 64 mila abitanti, non voglio dire che sia andata bene perchè quando muoiono delle persone, sarebbe da idioti affermarlo.
Meglio, sarebbe andata soltanto se chi di dovere si fosse accertato che queste bombe viaggianti non fossero state sistemate su di un carrello vecchio di 35 anni. ...
Se fosse esistito un controllo serio ed accurato ogniqualvolta che una di queste cisterne si metteva in viaggio.
Se si fosse dato risalto a chi diceva che praticamente non esistevano i controlli ed è stato licenziato.
Se si provvedeva a mettere non poche, ma più e più misure di sicurezza attorno ad ognuno di questi contenitori di modo che, a rigor di logica e vista la pericolosità del contenuto, non dovrebbero crear pericoli nemmeno se vi venisse lanciata contro una granata esplosiva.

Se si fosse data importanza alla tragedia sfioratasi a Prato circa una settimana prima ... sarebbe stata un'altra storia.
Probabilmente, tutto ciò non sarebbe accaduto.
E Rosario, Luca, Elena, Ilaria, Michela, Haiad, Mario e tutti gli altri sarebbero ancora vivi, così come i feriti non sarebbero tali
Allora sì che sarebbe andata meglio.
E non si sentirebbero persone parlare di “fatalità” quando tutto questo, è stata una cosa ed una soltanto: una strage annunciata.

Francesco Bertolucci 6 luglio 2009 (leggi l'articolo completo)

Qui un video di un "fireball"

mercoledì 8 luglio 2009

Consume less live more!



Happiness is just around the corner (La felicità è dietro l'angolo)
Work harder (Lavora di più)
Happiness is just around the corner
Earn more money (Guadagna di più)
Happiness is just around the corner
Buy more things (Compra altre cose)
Happiness is just around the corner
Keep going (Continua così)

Consume less ....
Live more !

Consuma di meno ....
Vivi di più !

(Fonte)

martedì 7 luglio 2009

Infelicità


Hanno chiesto al Dalai Lama cosa l'avesse sorpreso di più dell'umanità. 
Lui ha risposto:
"Gli uomini: perchè perdono la salute per fare soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute; perchè pensano tanto ansiosamente al futuro che dimenticano di vivere il presente e così non riescono a vivere nè uno nè l'altro; perchè vivono come se non dovessero morire mai e perchè 
muoiono come se non avessero mai vissuto.

sabato 4 luglio 2009

E' di nuovo il momento!

Sento questa canzone e penso che questi tempi disastrosi che stiamo vivendo hanno almeno un aspetto positivo: mi danno tante ragioni per vivere.

Potrei impiegare il mio tempo per arricchirmi, comprare cose inutili, invecchiare e incattivirmi, insomma sopravvivere sprecando il mio tempo con la testa nella nebbia. Potrei cioè essere parte di quella "razza già finita senza neanche cominciare, razza disossata già in attesa di morire".

Oppure posso continuare a vivere cercando di darmi da fare per migliorare questo mondo e per dare alle mie figlie le armi per affrontare questa lotta.

Sentendo questa canzone mi torna in mente uno spettacolo al teatro "Civico" di tanto tempo fa, quando, dopo una canzone come questa in cui Gaber ci lanciava addosso con violenza il suo giudizio, io mi sono ritrovato ad urlargli contro - sommerso dagli applausi - perchè mi sentivo offeso.
Ovviamente aveva ragione lui, di lì a poco anch'io sarei stato inghiottito dal "sistema". Ci sono voluti tanti anni, ma ora comprendo di nuovo la persona che sono stato.

O è cominciato il rimbambimento senile o forse è proprio vero che non tutto il male vien per nuocere!





Non è più il momento
(Giorgio Gaber - 1984)

Caro amico, sei messo male
sei vittima di un tempo un po’ sbagliato
un tempo dove tutto si è appiattito
dove ciò che aveva un senso si è deteriorato.

E se ti viene qualche idea geniale buttala via
perché qualsiasi comportamento
c’ha già il suo riferimento
all’idiozia.

Non è più il momento
di fare lunghe discussioni
di fare ipotesi sociali
o confessioni personali.

Non è più il momento
di fare inutili teorie
né di cantare una canzone
o di comprarsi un cane.

Non è più il momento
di fare tristi seminari
di scrivere sui muri
non ha più senso neanche la follia.

Non è più il momento
di dedicarsi ad una donna
o a qualcos’altro di importante
non è più il momento per niente.

In mezzo a tanta confusione
sono affogate le tue idee
e come chi è stato tradito da una donna perbene
tu ora pensi che tutte le donne siano puttane.

Razza già finita senza neanche cominciare
razza disossata già in attesa di morire.
No, non fa male credere
fa molto male credere male.

Però fa un certo effetto
ritrovarsi a ricordare
e più che altro a dire
che era molto meglio qualche anno fa.

Non è più il momento
di generose aggregazioni
di noiosissime riunioni
né di analisti, né di fantasia.

Non è più il momento
di aver fiducia nei contatti
di ritentare la comune
e di dare del tu a tutti.

Non è più il momento
c’è solo un po’ di nostalgia
stava per nascere qualcosa
la nostra rabbia era allegria.

Per tenerci in vita
ci bastava una cazzata
non si sa perché improvvisamente
non è più il momento per niente.

Quella magnifica illusione
non era mica un’idiozia
e tu che sei stato tradito nella tua aspirazione
ora pensi che tutte le idee siano coglione.

Razza già finita senza neanche cominciare
razza disossata già in attesa di morire.
No, non fa male credere
fa molto male credere male.

No, non fa male credere
fa molto male credere male.

venerdì 3 luglio 2009

Dimmi con chi vai

Supponete di avere litigato per mesi col vostro vicino fino a non farcela più, lo avete così denunciato e portato in tribunale e avete discusso le vostre sacrosante ragioni di fronte al giudice.

Fiduciosi nella Giustizia state aspettando la sentenza, quando una sera incontrate il giudice al ristorante seduto con il vostro vicino e il suo avvocato mentre parlano e mangiano allegramente.

Voi capita poi di incrociarlo all'uscita e ne approfittate per dirgli che non vi sembra giusto che decida sul vostro caso dopo quel che avete visto e lui bruscamente vi risponde che certe cose non le dovete nemmeno pensare: che il vostro vicino è un suo vecchio e carissimo amico e che non vede motivo per non frequentarlo. Per quanto riguarda il processo, poi, non dovete aver preoccupazione alcuna, infatti lui è una persona seria e giudicherà senza tener conto dell'amicizia.

Chissà perchè uscite dal ristorante pensando a come trovare una nuova casa.

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Non so se siete riusciti a capirlo ascoltando il tg1, ma questo è quel che è accaduto a due giudici della Corte Costituzionale che dovranno presto decidere sul Lodo Alfano, uno dei quali ha invitato a cena l'altro assieme all'unico politico che si avvale del Lodo Alfano (berlusconi) e il suo avvocato (alfano, proprio lui). Colto sul fatto, invece di farsi da parte, ha scritto ai giornali una lettera al "caro silvio" dicendosi pronto a rifarlo (fonte1; fonte2; commento).

giovedì 2 luglio 2009

PD


Chiamparino: "Il Pd va cambiato".
Per la sostituzione non ci dovrebbero essere problemi: l'articolo non è mai stato usato.

Franceschini: "Nel Pd nessuna guerra tra bande".
Non ci sono abbastanza persone. (Si stanno talmente sui coglioni che non si accettano nemmeno su Facebook)

Franceschini: "Comincia il declino della destra".
Il signore sì che se ne intende.

Sul Pd: "Non possiamo tornare indietro".
Fioroni ha mangiato le briciole di pane.

Berlusconi sfotte l'opposizione.
Franceschini replica stizzito: "In quello siamo autosufficienti".


--> Fonte: http://www.spinoza.it/ <--

Fotomontaggi


Fatti online su:
http://www.funphotobox.com
http://deefunia.com
http://www.photofunia.com/

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