lunedì 10 maggio 2010

Opzione zero

Ecco una parte delle mie osservazioni per il progetto di Bomba

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La valutazione dell’opzione zero è elemento fondamentale di uno Studio di Impatto Ambientale, prescritta specificatamente dall’art. 22, comma 3, let. d, del D.Lgs. 152/06.

Sulla medesima concessione è stata già esercitata una "opzione zero" da parte dell'Agip che nel 1992 rinunciò al permesso di coltivazione.

L'AGIP individuò allora, dopo molti anni di studi:
  • "non trascurabili rischi di carattere sociale ed ambientale"
  • "Una instabilità dei versanti con possibilità che si verifichino frane di crollo in un'area interessata da attività sismica"
e concluse:
  • "Allo stato delle conoscenze, non si è in grado di affrontare serenamente la messa in produzione del giacimento"
  • "Sembra che ancora oggi non esistano le condizioni generali per la messa in coltivazione del giacimento Bomba e che necessita invece l'acquisizione di nuovi dati e/o il verificarsi di mutamenti delle condizioni, quale per esempio la decisione dell'ACEA di svuotare il lago"
In altre parole nel 1992 erano stati accertati - con studi durati molti anni - "non trascurabili rischi di carattere sociale ed ambientale" tali da far si che l'AGIP abbandonasse autonomamente una fonte di sicuri profitti nonostante gli investimenti già fatti.

Da allora sono passati 18 anni, che da un punto di vista geologico non sono nulla, mentre dal punto di vista sociale hanno visto un netto miglioramento delle condizioni di vita dell'area e forti investimenti da parte dei residenti e della stessa Regione Abruzzo per sviluppare la vocazione turistica dell'area.

Ma oggi la Forest Oil-CMI non prende nemmeno in considerazione l'opzione zero perché:
"La fertilità del giacimento a gas localizzato nel sottosuolo di Bomba impone l’esecuzione dei lavori in progetto escludendo l’opzione zero: essa, infatti, vanificherebbe la valorizzazione delle prospezioni sismiche e delle perforazioni già eseguite, e per le quali il territorio ha già anticipato un prezzo, e le giuste attese imprenditoriali e del mercato (pag. 28 SIA)"
Una tale assurdità vanifica da sola l'intero documento.
Si afferma infatti che il territorio ha pagato un prezzo per le sole prospezioni e perforazioni già eseguite, ed il motivo per cui il territorio dovrebbe pagarne altri altissimi per i prossimi venti anni sono i profitti (giusti!) degli imprenditori. Imprenditori per i quali l'opzione zero si trasformerebbe in perdita non permettendo la valorizzazione delle prospezioni sismiche e delle perforazioni già eseguite.

Si noti che qui è almeno sparito ogni ipocrita, falso o ingannevole riferimento alle superiori necessità energetiche, come ad esempio le citazioni fuori luogo al "benessere e la sicurezza dell’economia mondiale" o al "sostenere la crescita e lo sviluppo economico dei Paesi sviluppati e, ancor più, di quelli in via di sviluppo e mitigare i processi di cambiamento climatico in atto garantendo la protezione dell’ambiente" (pag. 11 SIA)".

In una frase c'è tutta la sintesi del progetto di sviluppo del campo di Bomba: "le giuste attese imprenditoriali impongono l'esecuzione dei lavori". Tutto il resto non conta.
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